Le dichiarazioni del presidente Virgilio Minniti rilasciate a Gazzetta del Sud.
Possiamo dire che è stato lei a convincere la proprietà a dare vita a questo nuovo progetto?
«Conosco Nino Ballarino da molti anni, è un grande imprenditore e soprattutto una persona seria. Ci lega una stima reciproca. Sono stato io a coinvolgerlo, non appena gli ho parlato della Reggina e della possibilità di costruire qualcosa in una piazza così importante è stato subito entusiasta».
Che rapporto c’è tra lei e la Reggina?
«Sono da sempre un tifoso amaranto. Fino a diciotto anni sono stato a Reggio e dunque ho potuto seguire gli anni d’oro della Serie A direttamente al Granillo. Poi ho vissuto fuori per motivi di studio e lavoro. Ugualmente ho sempre seguito la squadra, anche grazie ad altri amici».
Con la squadra quarta in classifica in Serie D, non si può dire che questo sia un anno positivo a livello calcistico.
«Potevamo fare di più, qualche errore è stato fatto. Vorrei, però, ricordare a tutti che l’11 settembre sono andato a Roma a iscrivere la società e circa dieci giorni dopo si doveva scendere in campo. Abbiamo dovuto creare tutto dal nulla».
Vi allenate lontano dal Sant’Agata. Non c’erano proprio le condizioni per restarci?
«Allo stato attuale la situazione dei campi del centro sportivo non è delle migliori. Al di là del fatto che l’attuale concessione è provvisoria, per riavere un campo in erba in buone condizioni occorrerebbe almeno un mese e mezzo. Investire oggi sulla struttura non sarebbe razionale».
Qual è la vostra idea futura sul centro sportivo?
«La nostra prima volontà è quella di restare al Sant'Agata. Seguo da sempre la Reggina e so anche quanto vale come simbolo per il calcio a Reggio. Attendiamo il nuovo bando e analizzeremo la situazione per capire come può essere valorizzato e migliorato».
Si è già fatto un’idea sulla gestione tecnica fino al momento?
«Ogni giudizio va tarato sul fatto che si è dovuta creare una squadra dal nulla in dieci giorni. Quello che hanno fatto Pellegrino e Bonanno non è da tutti. I bilanci però li faremo dopo l’ultima partita che giocheremo».
A dicembre e gennaio ci si aspettava qualche rinforzo importante in più. «Abbiamo preferito fare un mercato razionale perché la situazione di classifica non ci consentiva più di puntare al primo posto. Se fossimo stati ancora in corsa, avremmo avuto ancora budget a disposizione».
Vi aspettavate più consenso?
«Sono tifoso anch’io e capisco la delusione dell’ambiente per quello che è stato. Ci sono però persone come Ballarino che vengono a investire nel nostro territorio che forse meriterebbero maggiore vicinanza. Anche perché in società lavorano soprattutto reggini. Oggi la tifoseria è scottata da quello che è successo negli ultimi anni».
Questa società ha le potenzialità per garantire una Reggina ambiziosa?
«L’obiettivo al momento è solo uno: riportare la Reggina tra i professionisti. La prossima stagione non vogliamo essere competitivi, ma se possibile qualcosa di più. Tra le nostre priorità c’è anche quella di far crescere il settore giovanile».
Su cambio denominazione e marchio come vi state muovendo?
«Non appena ci sarà la revoca dell’affiliazione alla Figc della Reggina 1914 ci muoveremo per riavere il nome nei termini indicati dal regolamento. Anche il marchio, però, è una nostra priorità, sulla quale la proprietà è pronta a compiere passi concreti».
Qual è il suo auspicio?
«Sogno al più presto un Granillo gremito di persone, un ambiente coeso e una Reggina che renda fiera la tifoseria».