





1 Aprile 2020
Mister Toscano protagonista nell'ambito della Live Chat sui canali di Reggina TV.
"In questo periodo mi sto godendo la famiglia, che in altre circostanze non lo avrei potuto fare".
Sulle parole del presidente: "Sono contento delle parole del presidente. Ho avvertito sin dal primo giorno che abbiamo iniziato questa avventura insieme l'affetto, la stima e la persona che è il presidente. Il primo fautore di questa cavalcata è lui. Se non avesse rianimato la Reggina quel famoso gennaio non staremmo a parlare di tutto questo".
Sul campionato: "Credo che parlare di calcio in questo momento sia davvero difficile. C'è in corso un dramma e mi auguro che finisca il prima possibile. Venerdì è in programma un'importante riunione e da questa potrebbe venire fuori l'idea sul prosieguo. Del nostro futuro non voglio parlare, nelle sedi opportune si prenderanno le giuste misure secondo una giusta logica".
Un ricordo per Giacomo Battaglia: "A Giacomo (Battaglia, ndr) e Gigi mi legano tanta stima e affetto. Voglio ricordare Giacomo con il sorriso perchè è una persona che manca parecchio".
Lo stato di forma dei calciatori: "Il problema legato agli allenamenti è universale. I ragazzi si stanno comportando da professionisti. Se non sei un gruppo di giocatori responsabile non arrivi a fare determinati numeri. Non mi preoccupa il loro stato di forma".
Sulla forza della squadra: "Ero convinto che assieme al direttore Taibi si era costruita una squadra forte. Di settimana in settimana il valore è cresciuto e si è fortificato".
Il rito di fine partita: "L'abbraccio finale con la Curva è il simbolo di quello che siamo riusciti a creare dal primo giorno. La gente ha capito il lavoro che c'è dietro quei 90 minuti. Si è creata una chimica esplosiva che ha portato a dei risultati straordinari".
Sull'aspetto-tifoso: "Il lavoro più difficile è stato scindere l'aspetto passionale da quello professionale. Delle volte esce la mia regginità, ma ho cercato sempre di agire con lucidità. Attraverso questo comportamento, la squadra ha capito il senso di appartenenza che ho voluto portare dentro il campo".
Su Mastour: "Hachim ha delle qualità tecniche fuori dal comune. Deve capire, e in questo senso ha fatto un percorso importante mettendo tanta abnegazione e umiltà, come mettere a disposizione le sue caratteristiche per la squadra".
Sulle varie componenti: "Nella mia carriera ho constatato che ogni reparto può portare dei punti. Dal magazziniere all'autista del pullman, all'ufficio stampa alla segreteria: l'armonia tra tutte le componenti porta a lavorare in modo fluido".
Sul rapporto con Taibi: "Non ci conoscevamo dal punto di vista professionale. Non ho un carattere facile. A volte è un difetto, altre un pregio. Sono una persona molto diretta, schietta. Non faccio passare un giorno se c'è qualcosa che non va. Non ci abbiamo impiegato molto per capirci. L'intesa è cresciuta strada facendo, lavorando in sintonia".
Sul giorno in cui si tornerà al Granillo: "Non vedo l'ora che arrivi. C'è tantissima voglia di tornare a giocare e andare a festeggiare sotto la Curva".
Ancora sul futuro dei campionati: "Se non si dovesse riprendere il campionato, penso ci saranno dei verdetti. Secondo quanto ho letto, le alte cariche non faranno a meno di promozioni e retrocessioni".
Sul presidente Gallo: "Il popolo di Reggio deve ringraziare il presidente Gallo: una persona arrivata da Roma, che ci ha messo tanti soldi per spingere la città verso la rinascita. Mi auguro che la Reggina possa essere un veicolo per far risollevare questa città. E' una persona ambiziosa e merita di raggiungere grandi traguardi con la Reggina. Il mio rapporto è splendido. E' una persona simpatica e amabile, con cui si dialoga facilmente. Quando ci sentiamo o ci vediamo trascorriamo tante ore a parlare di calcio come piace a lui".
Poi una battuta: "La regola delle ammonizioni mi ha aiutato parecchio. Collezionavo in media cinque espulsioni a stagione".
Un pensiero sullo staff: "Si parla di chi ruba la scena nei 90 minuti. C'è tanta gente, come il mio staff, che lavora dietro le quinte. Ho avuto la fortuna di conoscere persone professionalmente e umanamente importanti. Hanno di sicuro portato un grosso contributo fino ad oggi".
Differenza tra allenatore e calciatore: "Il ruolo dell'allenatore è completamente differente da quello di giocatore. Se nel secondo devi concentrarti solo sulle tue qualità e sulle tue prestazioni, sul primo devi controllare il comportamento di cinquanta persone".
Sul presidente della Ternana: "Il presidente Bandecchi ha dimostrato tutta la sua onestà intellettuale. Ho subito capito la grande persona quando, al termine della partita, è entrato nel nostro spogliatoio per farci i complimenti. Nel pre-gara era normale che si giocasse tutte le carte a sua disposizione".
Sul passaggio da calciatore ad allenatore: "Nel finale della mia carriera giocavo a Rende. Il direttore sportivo Mirabelli mi disse di smettere di giocare perchè avrei avuto un futuro da allenatore. Forse aveva ragione".
Sull'avversario che più ha messo in difficoltà la Reggina: "Forse le partite in cui abbiamo sofferto non eravamo la vera Reggina. Cavese e Vibonese mi vengono in mente, ma probabilmente più per demeriti nostri che per meriti loro. Sulla gara d'andata con il Catanzaro vorrei dire che sono uscito dallo stadio con la consapevolezza di aver partecipato ad una gara di categoria superiore per quanto espresso in campo e sugli spalti".
Sugli esempi seguiti: "Ad inizio carriera ho seguito Gasperini e Pasquale Marino, perchè le loro squadre mi entusiasmavano. In loro ritrovavo i concetti che avrei voluto esprimere".
Sulla difficoltà di gestire una rosa così ampia e valida"Avere 27/28 calciatori di livello è un vantaggio, ma il gruppo deve essere bravo e disponibile a capire di cosa abbiamo bisogno. Ho cercato di trasmettere la gratificazione attraverso la coerenza nelle scelte, il dialogo e l'atteggiamento".
Su Paolucci e De Francesco: "A gennaio sarebbe potuto andare via. Il ragazzo voleva giocare con maggiore continuità, io mi sono opposto perchè ero convinto potesse dare un apporto alla causa. E' un giocatore forte, all'inizio ha faticato un po' a trovare la giusta identità. Se non ha giocato non è certo per demerito suo. Ha determinato nove punti, non dimentichiamocelo. Discorso simile per De Francesco. Aveva iniziato bene a Francavilla, poi tra l'infortunio e un'identità che avevamo raggiunto ha trovato meno spazio. Io quando parlo di contributo non mi limito al discorso dei 90 minuti, ma alla competizione che si tiene alta negli allenamenti".
Sul post-gara: "Dopo le partite fatico a prendere sonno. Paradossalmente è più serena la sera della vigilia. Ci sono state tante partite che non mi hanno fatto chiudere occhio, tra la felicità e l'adrenalina. Poi ci sto lì, a cercare l'episodio da migliorare".
In chiusura: "Credo che la cosa più bella di quest'anno è che a Reggio e in Italia si sia tornati a parlare di Reggina. Ci auguriamo tutti di vederci presto al Granillo, rivivendo quei momenti fantastici che abbiamo vissuto. Restiamo a casa e solo così ci riabbracceremo".